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Cosa succederebbe se ci fosse predetta la data della nostra morte? Livorno, 1951. Aristide, vent'anni, conosce Armida, una donna navigata, dedita ai tarocchi. L'incontro risulta fondamentale per lui: oltre a iniziarlo all'arte amatoria, le predizioni dei tarocchi di Armida gli complicheranno l'ultima fase della vita, costringendolo a rivedere ed analizzare tutti gli anni che ha alle spalle. Il romanzo, che si dipana in una Livorno dai connotati talvolta comici, altre volte drammatici, si interroga in maniera ironica, scanzonata eppure profonda sulla superstizione e sul significato della vita.